Studio Murena – BORAZZO CVLT#2

Essere un progetto musicale dal buon gusto non può essere una condanna. Lo Studio Murena esplora i meandri sonori più complessi e riesce a trovare una formula in grado di  portare il risultato a un livello fresco e superiore. Già, perché la materia Jazz e Neo-Soul non è facile all’ascoltatore medio e molto spesso, questo genere di scelta porta semplicemente ad essere apprezzati dalla critica e dalla nicchia. No, questo non è il caso di un progetto che non mantiene fede ai dogmi della disciplina per raggiungere il successo, semplicemente hanno avuto il tatto di suonare coerenti ma rivoluzionari; le capacità come autori, il fiuto per i suoni giusti nella parte strutturale migliore e tante cose da dire. È un quadro fatto proprio bene che appartiene a una qualche corrente artistica ma in fondo non è elitario, piace alla critica ma ha pure il dovere di interessare lo spettatore e alla fine, di tutte queste parole possiamo dire che ci hanno fatto capire che il buon gusto è un valore aggiunto imprescindibile per fare musica in questo mare di speculazioni intellettuali. 

IL BORAZZO CVLT PREVEDE CHE OGNI ARTISTA SI METTA IN CONSOLLE E FACCIA GIRARE 30 MINUTI DI MUSICA IN PODCAST DA ASCOLTARE QUI SOTTO, ED È SOLAMENTE UNA QUESTIONE DI BUON GUSTO.

Lo Studio Murena nasce a Milano nel 2018 da cinque talentuosi musicisti del conservatorio: Amedeo Nan (chitarra elettrica), Maurizio Gazzola (basso elettrico), Matteo Castiglioni (tastiere e synth), Marco Falcon (batteria) e Giovanni Ferrazzi (elettronica, sampler). Dopo aver pubblicato il suo primo lavoro, Crunchy Bites, il gruppo ha da subito la possibilità di esibirsi su grandi palchi quali JazzMI, MusicalZOO e Jazz On The Road. Successivamente, l’idea si orienta verso sonorità più scure includendo nella sua formazione l’MC Carma che caratterizza il progetto con strofe rap di intenzione conscious ed impegnata.

Ibisco – BORAZZO CVLT#1

Per uscire dalla città di Bologna hai la possibilità di percorrere lunghe strade provinciali che partono dalle porte del centro storico e attraversano, prima la periferia dei centri commerciali, poi quella industriale e infine paesi in cui passa la corriera che molto spesso ha una numerazione fatta da tre cifre. Nel raccontare la musica di Ibisco, bisogna pur sempre avere bene in testa queste strade, come filo conduttore di un animo capace sì, di partire dalla provincia Emiliana ma in grado di trasportarti nell’Inghilterra post-industriale. È un nuovo modo di scrivere le canzoni, che prende vita dalle strade di campagna, di notte al buio, con lo stereo a fare da colonna sonora, dove quando non c’è la nebbia, si riescono persino a vedere le stelle. Ma attenti, non è tutto così retorico e dai buoni sentimenti, anzi, non fai in tempo a parcheggiare la macchina per pisciare nei campi che all’orizzonte vedi illuminazioni artificiali, cemento e industrie. Nubi bianche e l’idea di un cielo terso non c’è più. Le immagini sono ben chiare in testa quando si tratta di ascoltare quest’autore, ma restiamo in attesa di trovarlo in universi più selvaggi e disgraziati, scanzonati sì, ma nei pub peggiori della provincia industrializzata, laddove mentre i borghesi stanno riposando, noi siamo a consumare l’ultimo bicchiere.

IL BORAZZO CVLT PREVEDE CHE OGNI ARTISTA SI METTA IN CONSOLLE E FACCIA GIRARE 30 MINUTI DI MUSICA IN PODCAST DA ASCOLTARE QUI SOTTO, ED È SOLAMENTE UNA QUESTIONE DI BUON GUSTO.

Ibisco nasce a Bologna nel 1995 e vive in provincia, dove forse morirà anche. Canta le travagliate dipendenze come scritte sui muri, sogna Manchester, Berlino, Dalla e i Joy Division. I pezzi nascono sottovoce nella noi dei cessi del lavoro dipendente.

BORAZZO CVLT 2020

Ci siamo chiesti come rendere omaggio a questo 2020 senza dover per forza fare un elenco di persone che meritano una nomination a qualche premio istituzionale. E poi ci siamo chiesti come raccontare quello che abbiamo preferito negli ultimi mesi. Ci siamo serviti della collaborazione di questi protagonisti e abbiamo deciso di metterli alla prova, almeno fino a capodanno, con un lunghissimo party digitale, da ascoltare comodamente quando preferite. Abbiamo preso artisti, promoter, collettivi e per noi, sono diventati dj, selector e persino speaker radiofonici, insomma abbiamo reso queste persone un pò borazze come si dice da noi.  Scriveremo di loro ma soprattutto ci faranno sentire qualcosa, in versione inedita della loro visione musicale. Sarà divertente, sono podcast da 30 minuti e per farlo abbiamo deciso di collaborare con mixcloud, una vera e istituzione che ci riporta proprio al 2010, quando per trovare canzoni nuove bisognava spulciare i mix più interessanti da tutta Europa. Erano bellissimi tempi, spensierati e affamati di contenuti nuovi, adesso siamo in preda della bulimia digitale ma forse come in tutte le fasi della vita, l’interpretazione della comunicazione è semplicemente ciclica. Le grafiche sono di Livia Albanese, il meglio del nostro 2020 invece lo trovate domani su queste pagine. Grazie per l’attenzione, buona festa finale, borazzi 🙂 

Borazzo – Il contrario della persona fine ed elegante. Quindi persona un po’ rozza, un burino, un gradasso senza qualità, un maleducato: “A Marisa non hai neppure pagato la cena: sei un gran borazzo Gino!”

††MEGADROPGVNG††

Dicono che questo sia il periodo dell’anno più brutto. In realtà Novembre è veramente un mese che ha dei colori bellissimi, solo che manca la musica giusta. Oggi megadroppata di gruppo, su soundcloud, perchè quella che viene considerata da tutti gli addetti ai lavori la rubrica più attesa, anche perchè è in grado di trovare lavoro a un sacco di addetti ai lavori, questa rubrica, si può chiamare anche “ufficio collocamento per addetti ai lavori”. Noi facciamo il lavoro sporco, qua dentro invece ci sono dei progetti musicali che spaccano il culo. Prendete il taccuino, seguite su instagram, ascoltate, deprimetevi, siate felici o semplicemente cambiate traccia. È Novembre, fuori fa freddo ma qua c’è una gran voglia di saltare.


††MEGADROP†† è un nuovo percorso che abbiamo creato con la naturale esigenza di condividere e ascoltare nuove proposte, la copertina è di Massimo D’Alema, se avete voglia, proponeteci le vostre canzoni su info@michelem80.sg-host.com la pubblicazione è gratuita, non chiediamo soldi e non vendiamo un cazzo di niente. Fate voi, la merda si sta rivoltando al badile.

Ma poi cosa vuol dire opportunità?

Che ne sapevo io della vita, io che ero sempre vissuto con tanta cautela? Che non avevo mai vinto né perso, ma avevo lasciato che la vita mi succedesse? Io che avevo avuto le ambizioni di tanti, ma che mi ero ben presto rassegnato a non vederle realizzate? Che avevo evitato il dolore e l’avevo chiamato attitudine alla sopravvivenza?

Julian Barnes è uno scrittore che mi ha salvato la vita. Nel senso che nell’età post-adolescente, quando sei un poco di buono in preda alle fantasie e ai vizi più malsani, capita spesso di lasciarsi andare così tanto da rischiare di toccare il fondo. Spesso ti salvano responsabilità, famiglia, fede, amore. Io purtroppo non sono responsabile, ho una famiglia a cui voglio molto bene ma che non ascolto. mai, non credo e di questo mi pento amaramente e poi l’amore ho imparato a comprenderlo troppo tardi, forse. Il senso di una fine è un libro che quando ho l’occasione voglio citare, un pò perchè lo storytelling personale funziona sempre in questa cloaca digitale, un pò perchè ha portato in me un discreto cambiamento interiore. Dopo quel libro ho imparato a convivere con i miei mostri, spesso usciamo assieme e ci consoliamo a vicenda. E forse no, non è risolutivo come atto ma ti permette di stringere un patto di non belligeranza, in grado di poter sopravvivere senza i grandi mali che la società ti crea nel tuo percorso personale.

Guardate questo video, esattamente questo video va segnalato cercando di farlo cancellare da tutte le piattaforme digitali, proprio come quei personaggi che su youtube ci insegnano a vivere. Lasciate almeno un dislike a sta roba.


 

Nella confusione totale degli ultimi giorni, sento molto spesso parlare di opportunità, e questa parola sembra davvero l’unica positiva per buona parte delle persone che conosco. Non riusciamo a tirarci su di morale in nessun modo, ma la cosa meno peggiore è sentire la parola opportunità. Opportunità, che io circa 7/8 anni fa quando studiavo all’università sentivo di continuo. “Questa è una buonissima opportunità” – e intanto avrei dovuto stare nello studio di un pubblicitario che al primo colloquio mise i piedi sul tavolo, toccandomi ripetutamente le spalle e facendomi credere di avere la cura a tutti mali del mondo, “prova a cogliere l’opportunità” – qui invece ero in un’agenzia pubblicitaria dove cercavano una figura professionale che non c’entrava nulla con me. Proprio niente, però oh, me l’hanno buttata lì. Io, che non mi sento di certo una persona vincente, avrei pure accettato solo che rovinai tutto dicendo che “ok potrei farlo, ma non voglio di certo finire come voi”. La mia risposta uscii anche peggio di così, soprattutto perchè avevo davanti due persone di sesso femminile e la sottile linea con la misoginia (che non ho ancora capito) credo fu ampiamente superata. Oh, d’altronde sono comunque una persona di merda. In tutto questo mare ripetuto di opportunità, opportunità, opportunità, ho capito che l’idea di tornare ad aggrapparsi alla parole opportunità mi crea una serie di dubbi. A parte che la parola opportunità significa avere “la presenza di una o più circostanze o di condizioni appropriate o favorevoli al concretarsi di un’azione“, il che presuppone uno spirito da parte di chi deve coglierla che non può esistere in questo preciso momento. Inoltre opportunità è una parola terribilmente meritocratica, come se per davvero qualcuno di bravo avesse più possibilità di ottenerla a discapito di altri. La parola opportunità parte da una base di partenza completamente sbagliata e lascia intendere un punto di partenza diverso tra le persone. Poi la parola opportunità mi ricorda troppo gli agenti immobiliari che fanno le ronde fuori dai palazzi e lasciano le mazzette ai portinai per farsi dire i rumors e i movimenti delle scale. Dai, la parola opportunità poi è proprio da persone che sanno cogliere un sacco di vittorie. E poi che palle, devo interfacciarmi con altri professionisti che oltre a dirmi le solite frasi – non c’è budgetpagherò a 7 mesi – adesso, potranno utilizzare la parola opportunità per offrirmi in cambio un cesto per mia nonna (deceduta 6 anni fa) con dentro dei cotechini e un vino rosso fermo scadente?

Sapere che l’unico argomento di discussione positivo negli ultimi giorni sia qualcosa privo di certezze non mi stupisce. Sapere che l’unico argomento di discussione positivo negli ultimi giorni sia qualcosa che potranno raggiungere in pochi, non mi fa nemmeno competere. Sapere di avere scritto competere, in seguito all’unico argomento di discussione positivo negli ultimi giorni invece, mi fa paura.

 Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai più.

 

Il lungo inverno ma sicuramente non la primavera

“Sarà un lungo inverno, farà sicuramente freddo, poi a un certo punto si scioglierà la neve e sentiremo i profumi della primavera” – così inizierebbe uno di quei bellissimi scritti di Massimo Gramellini, che sulle colonne del giornale per cui sta scrivendo continua a parlarci di buoni sentimenti e di responsabilità; come affrontare le cose, tenere duro che poi arriva il sole e tutte le solite stronzate che si ripetono ogni settimana da anni nei salotti televisivi e nella cloaca digitale in cui viviamo. La situazione è drammatica, non solo da un punto di vista sanitario ma anche economico e sociale. Quello che abbiamo davanti è un percorso tremendo a livello psicologico e finanziario che distruggerà buona parte delle realtà che muovono questo paese da un punto di vista culturale. La totale mancanza di programmazione ci fa intraprendere questa strada completamente buia a occhi chiusi. Qualche incosciente riuscirà a emergere, i famosi responsabili con le spalle coperte terranno duro, mentre tutti gli altri possono tranquillamente fermarsi e aspettare solamente di cambiare piano di vita.

Nelle tremende considerazioni che si leggono nella cloaca digitale è iniziato il solito processo di benaltrismo, attuato anche dal ministro Franceschini in una pessima intervista, ovvero scegliere di puntare il dito verso un altro problema. Così alla fine è sempre colpa di qualcun’altro e alla fine succede che ci ritroviamo soli a vomitare merda in salsa digitale senza raggiungere mai il punto della discussione. Nel nostro piccolo, abbiamo deciso di abolire il benaltrismo da queste pagine. Ci siamo anche rotti il cazzo. La situazione andrà sempre peggio. Il rischio di rimanere soli diventerà sempre più concreto e il divario fra classi sociali probabilmente avrà un punto di non ritorno. Mancherà il lavoro e quasi sicuramente gli strumenti necessari da parte dello stato per affrontare una nuova emergenza. La politica delle conferenze stampa e delle bimbe del premier non esiste, la politica è una roba seria: visione, lacrime, sangue e merda. I post su facebook o instagram sono utili perchè abbiamo scelto tutti di portare questa disciplina al ribasso ma poi alla fine ciò che conta sono le decisioni che vanno prese. Nel bene e nel male, quelle incidono sulle persone. Il resto è solo chiacchiericcio.

Per il settore cultura si sono mosse molte realtà che hanno fatto rete tra di loro ottenendo piccoli ma significativi risultati. Il problema è che non sono sufficienti e spesso presentano dei limiti non indifferenti. La mancanza di una progettualità a medio e lungo termine rende questo spazio, totalmente irrilevante nello scacchiere politico Italiano. In grande sostanza a questo paese non interessa minimamente tutelare determinate attività anche perchè i dati, che vengono condivisi ripetutamente nelle ultime ore, sono incoraggianti sì, se si guarda all’unico contagiato tracciato durante gli eventi, ma spaventa tremendamente se si pensa alla partecipazione. Un misero 0.3% della popolazione Italiana ovvero 347.262 ha partecipato a spettacolo dal vivo nel periodo tra il 15.06.2020 e il 3.10.2010, un dato davvero in grado di aprire una discussione più ampia su quelli che devono essere gli strumenti da ottenere per rilanciare il settore.

ricerca agis

Una persona a me molto cara mi ripete sempre che io sono una persona ottimista. Che mi vede entusiasta e positivo. È forse l’unica persona al mondo che ha quest’idea di me. E ogni volta che ci penso mi fa guardare dentro con un altro punto di vista. Insomma, mi mette in discussione. Però poi mi odio tantissimo, già. Perchè in questo momento sono consapevole che la confusione sia immensa e forse raccontare le storie in prima persona di chi lavora in questo settore con dignità e consapevolezza nel farlo, sia più utile che elencare tutta la serie di problematiche interne. Viviamo in una società basata sui numeri e anche nel settore musicale chi ha più numeri spesso sembra avere più diritti e questo fatto mi ha sempre spaventato parecchio quanto si tratta di doverne discutere. Ripensare certi spazi, con aiuti da parte degli organi, competenti credo sia di vitale importanza; il nodo sta proprio qui ovvero mai trovarsi impreparati a ciò e non lottare per sopravvivere, ma capire come vivere. Il mio non è un discorso creativo ovvero chi ha idee migliori sopravvive mentre gli altri no, ma è proprio un tema sul come poter vivere la cultura in Italia. E per farlo c’è bisogno di uguaglianza e strumenti per tutti, poi ci sarà chi è più bravo, chi è meno bravo come in tutte le cose, ma la base deve essere la stessa. Ecco questo resta il punto politico e sociale da sciogliere non solo per questo momento storico ma anche in vista del futuro. Sono i contenitori, non i contenuti da preservare. E purtroppo, ad oggi, l’inverno sarà lungo, ma sicuramente non arriverà nessuna primavera. Mi dispiace.

 

E poi c’è questa tremenda roba generazionale

Tra le cose che ho sempre disprezzato ci sono gli articoli generazionali. Quelli che ti raccontano la depressione di una generazione, l’instabilità di una generazione, i problemi di una generazione, le preferenze di una generazione, le abitudini di una generazione e poi fanno la chiusa triste, categorica e filosofica da quattro lire. Insomma, quella roba lì che ti ritrovi per forza guardando il telefono grazie ai poteri dei social media. Che poi in realtà apri e leggi, dici “boh ma davvero lo sto leggendo” e alla fine dici “sono d’accordo/non sono d’accordo”. Quei contenuti lì, se non è ancora chiaro, mi danno fastidio.

Outer Festival 2020

Ci sono poche cose che mi piacciono come la provincia. Già, da cittadino egoista nato e vissuto in un centro storico, figlio del cemento e del capitalismo, andare fuori dai centri urbani è come cambiare completamente prospettiva del mondo. Ti ripetono fin da piccolo di viaggiare, viaggiare, viaggiare, viaggiare. Ce lo dicono, ce lo ripetono, lo sostengono e dopo un pò, se non viaggi troppo, ti senti anche in colpa. Prendere la macchina e uscire 20 km dal tuo centro abitato però ha il poter di riconciliarti con il concetto del viaggio molto più di prendere un aereo e attraversare il mondo. È freddo, siamo nel 2020 e tutti conosciamo la situazione in cui siamo; l’Outer Festival è una realtà come ce ne sono tantissime in Italia e come spesso accade nella situazione contemporanea rischiano di sparire o essere travolti definitivamente senza aver la possibilità di esistere più. Esserci è importante, farlo bene – tenendo conto di ogni dettaglio – è davvero qualcosa di complesso e speciale.

Outer Festival 2020

Panzano è una frazione di Castelfranco Emilia, secondo i dati in mio possesso e alla portata di tutti grazie ai motori di ricerca digitali, 145 anime abitano in questo territorio. A Panzano fa un gran freddo, c’è una trattoria sempre piena da qui ai prossimi mesi e puoi trovare il Castello Malvasia, che detiene al suo interno una delle collezioni di auto antiche fra le più importanti a livello mondiale. Per arrivare a Panzano devi passare per una strada molto stretta, molto buia, lunga circa 3.5km dove due macchine non possono passare. Però Panzano è bella, ci sono i cartelli per l’attraversamento dei cavalli, c’è molta terra – quella verace Emiliana – e silenzio. Lo dico spesso, qualcuno mi prende per il culo, quando passi da un luogo di potere, c’è sempre un grande silenzio. L’Outer Festival si svolge all’interno della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Panzano, stile architettonico Romanico, decorazioni ricche e fastose, poi chiaramente ci sono altri dettagli tecnici che non ho la posizione per spiegare, però la profondità che danno le luci rende questo spazio piuttosto ampio e in grado di dare respiro a tutti coloro che – tenendo il distanziamento eccetera eccetera – hanno avuto la fortuna di prenotare il proprio posto prima del sold-out annunciato in 24 ore. Le chiese di solito sono così, quando sei da solo ti stringono per il collo e ti fanno sentire continuamente in colpa, quando invece sono popolate senti semplicemente paura. Gli eventi culturali in chiesa solitamente mi danno molto fastidio, non mi fanno respirare però in questo caso, sarà Panzano, sarà l’atmosfera, si sta tranquilli. Come se non ci fosse niente di sacro ma una serie di sinergie profane in grado di far scendere l’alto a contatto con le sensazioni che ha ognuno di noi. Ma questo penso sia merito della provincia, della terra verace Emiliana, di Panzano.

Outer Festival 2020

La Line-up vede un dj set esterno di Billy Bogus che trovo assolutamente pertinente con l’atmosfera e clamorosamente di buon gusto; prosegue al suo interno con un live set di Daykoda molto colorato su scali cromatica grigia e versatile, intimo e quasi profondo. Ho apprezzato molto, lui è un pò che prosegue il suo percorso con produzioni degne di nota, davvero meritevole. A un certo punto fuori Ericailcane, noto artista? street artist? scultore? come diavolo bisogna definirlo senza che poi nessuno si incazzi? insomma, all’esterno dipingeva mentre all’interno le note di Giovanni Di Domenico accompagnavano. Oppure viceversa. Però era tutto molto coordinato, piacevole, diluito e in grado di sciogliersi, come se alla fine, nonostante la temperatura climatica, ci fosse un motivo chimico per scaldarsi sul serio. A chiudere il live di Gigi Masin, che completa a colpi di orgasmi femminili questa discesa del sacro alla portata di tutti, scelta giusta, nemmeno audace, piuttosto coerente ed azzeccata.

Ho smesso di credere che scrivendo un live report di un evento culturale si fosse in grado di restituire qualcosa alle persone che non hanno potuto partecipare. Non ci credo e forse all’epoca ero solito mettermi qui con la sola ambizione di avere qualche accredito per altri eventi, come d’altronde fanno in molti grazie alla scusa della “copertura stampa”.  L’atto politico, culturale e sociale, di andare avanti, nonostante la situazione e in un luogo come Panzano ci deve rendere tutti più consapevoli di una serie svariata di considerazioni, che suoneranno come un manifesto ma ho deciso di sintetizzarle così – almeno non siete tenuti a leggere tutto quello che ho scritto sopra 

  1. Outer Festival è una realtà necessaria, nel suo piccolo, per come produce le cose e per la cura che ci mette nel realizzarle;
  2. è fondamentale sostenere questo genere di eventi, soprattutto se non fanno parte del tuo centro urbano;
  3. la musica è un linguaggio che non unisce, spesso divide e questo è importantissimo. Certe cose piacciono, certe cose non piacciono, andarle a vedere è la chiave principale per mantenerle tutte vive;
  4. Panzano mi piace, forse ci vivrei, alla trattoria non trovo mai posto quindi ci ripenserò il prossimo anno;
  5. resistere significa esistere.

Di tutte queste banalità finali e considerazioni da discount però rimane la notte, la terra umida, quell’odore che senti nelle ossa e sullo sfondo, lentamente la nebbia che sale, ma questa è l’Emilia, verace appunto, un bel viaggio, ovunque tu possa capitare, qualunque sia la tua motivazione. Eravamo terra, torneremo terra però prima è sempre bello attraversarla. Panzano, ci vediamo prossimamente.

 

††MEGADROP3000††

Bisognerà anche fare i conti con il futuro prima o poi, qui ad esempio abbiamo trovato dei brani pazzeschi senza nemmeno un filtro. Si spazia ma non troppo nel 3000, ormai i suoni sembrano questi e molti sono figli di nuove wave che turbano e non rendono indifferenti. Fugaci melodie accompagnano musiche sempre più lo-fi, sempre più introspettive, sempre più – adesso – facciamo – il – cazzo – che – ci – pare, una filosofia che si sposa perfettamente con il decostruttivismo musicale che stiamo vivendo in questo periodo. E allora? A noi non ce ne frega un cazzo anche perchè questa merda spacca proprio così.


††MEGADROP†† è un nuovo percorso che abbiamo creato con la naturale esigenza di condividere e ascoltare nuove proposte, la copertina è di @livialbanese, se avete voglia, proponeteci le vostre canzoni su info@michelem80.sg-host.com la pubblicazione è gratuita, non chiediamo soldi e non vendiamo un cazzo di niente. Fate voi, la merda si sta rivoltando al badile.

Collettivo HMCF X Festival 2020

UNA COSA MOLTO BELLA CHE NON RIFAREMO MAI PIÙ ANCHE SE È VENUTA DECISAMENTE BENE. 

Come iniziare un report di un festival non ne abbiamo idea. Di solito si fanno i ringraziamenti sentimentali alla fine, mentre all’inizio con un pò di coraggio, si prova a fare dello storytelling attorno a un episodio particolare avvenuto, in realtà qui, ribaltiamo tutto, ringraziamo subito tutti coloro che hanno deciso di condividere  il proprio tempo libero nel venire a sentire un progetto musicale semplicemente perchè incuriositi dalla manifestazione. Questo, in un momento storico del genere per il settore della musica dal vivo è stato qualcosa d’importante e veramente significativo che apre anche a diverse riflessioni, sulla famosa generazione di persone 18-35 anni. Ma ci arriveremo durante e dopo, ora questo percorso deve iniziare, anche solo per le foto di @nonseguirminoncapisci 

Garda1990

Il Parco di Villa Angeletti è un posto educato, composto e discreto. Una volta qui ci facevano i festival veri, la musica elettronica, la libertà, i diritti, ora si sta ricostruendo un po’ d’identità. Il pubblico è composto, attento e giovane. Già, “giovane e composto” sembra una bestemmia in questa epoca storica eppure, nonostante i molteplici reclami all’utilizzo della mascherina e del distanziamento sociale, nessuno la prende sul personale, tutti sembrano capire il tempo che stiamo vivendo e sì, è una cosa molto bella. Poi la musica, Venerdì per una serie di motivi parte Garda1990, che fa musica post emo con grande serietà, poi arriva Fabbri che è un genio ma ancora nemmeno lui lo sa. Il pubblico risponde e sul palco ci sono le atmosfere di season, un incrocio fa Sufjan Stevens e Real Estate. A chiudere la prima parte, quando il sole inizia a scendere, arriva una ragazza timida, si chiama Mìcol, non si fa vedere bene in faccia e ha degli occhiali da sole stile after dell’after party e niente, quando canta fa paura: Cat Power con il timbro morbido e sporco.

Fabbri

 

UNA GRANDISSIMA IDEA DI MERDA VENUTA BENE PERCHÈ CI SONO PERSONE PAZZE COME VOI CHE HANNO SCELTO DI VENIRE.

Ripartiamo con F4, che ha fatto il disco dell’anno, canta in duo ed è di una leggerezza nonostante la portata musicale che ti lascia senza parole. Ibisco sale su, fa suoi pezzi, due cover, c’è il bagno di folla, il ragazzo ha spaccato. Però ormai è notte, c’è bisogno di rock’n’roll, quindi i Benelli a smuovere le persone con l’atteggiamento di chi ha fame e voglia di arrivare; Nostromo invece è serio, empatico e preciso come un goniometro, forse con la bellezza delle sue canzoni canterebbe bene chiunque. Franek Windy invece non fa il punk ma ci porta nel quarto millennio e nella sua ennesima sfumatura insieme a YOY, collezionando un live emo elegante e decisamente Trap. A chiudere una quasi full band, i Leatherette, naturale risposta a King Krule versione uscita da un libro di Irvine Welsh, in un parco di Villa Angeletti che risponde presente ed entusiasta. Loro spaccano, il pubblico pure, fine primo tempo. Andiamo a casa, domani sarà lunghissima.

F4

Quando eravamo bambini avevamo paura del compagno di scuola bullo, poi crescendo dei professori, poi a un certo punto diventi tu il professore o meglio, il tutore della legge. Imponi una tua moralità assoluta sperando non venga trasgredita; ecco questo non è un passaggio dovuto al tempo ma alle responsabilità. La giornata numero due parte con il nuovo spettacolo de Lo Sgargabonzi che a orario aperitivo ci fa commuovere dal ridere anche perché cita Mattia Santori poi dopo due ore passa proprio Mattia Santori e tu non fai altro che credere al destino. Quando il sole cala, la nuova versione di Fosco17 si presenta matura, decisa e affronta anche brani inediti, il palco è stato mangiato. Segue un break, con analisi tecniche e si riparte con le atmosfere di Vipera travestita da Sarvago, accompagnata da 2/5 dei Leatherette, qui il livello qualitativo si alza e poi arriva Tina Platone che avrà solo una chitarra in mano, però quando apre bocca con le sue canzoni è veramente impeccabile in tutto.

Vipera

Rareș ha il suo computer, i suoi strumenti e ci porta un pò nel suo mondo, nelle sue canzoni, non sono loro a venirti incontro ma è proprio lui a darti le chiavi per entrare con grande signorilità; Elasi porta a casa il compito più difficile di entrambi i giorni, ovvero quello di collegare la modalità showcase da canzone acustica e atmosfere soffici che ti sussurrano verso lidi più selvaggi, rumorosi, invadenti come il gran finale figlio del mondo hip hop. Gente è un pò paraculo, un pò hip hop, un pò musica Italiana, un pò ritornelli che non smetti di cantare, un pò che tutti alla fine cantano e insomma scalda il pubblico che ormai forse vorrebbe entrare in dimensione rave ma non può, perchè non sarebbe legale; a chiudere però arrivano 3 ragazzi giovani, due fanno hip hop da quando hanno 12 anni, sono Bobby Wanna e Corei, l’altro invece MANCHA sta alle macchine e non è un vero e proprio figlio della famosa scena, ma siamo sicuri che presto ne sentiranno tutti parlare. Il finale è per forza un corpo a corpo fra Bobby Wanna e Corei a colpi di scena rap del futuro e perchè no, del presente. La seconda giornata volge al termine, adesso ci sono 5 ore davanti e poi tutti a sostenere la follia di organizzare un concerto all’alba dopo due giornate del genere.

Bobby Wanna

La notte passa, tra fornai, qualche musica di sottofondo del nostro Marco Cantelli detto anche Marcovo e una preparazione meticolosa di quella che è sicuramente una splendida location, denominata Bottega con giardino, uno sguardo bucolico e post-frenetico dall’alto della città di Bologna con i colori che si schiariscono e il sole che lentamente spinge la sua energia. Fa freddo ma tutti arrivano coperti, il caffè che realizziamo non è il massimo però riusciamo persino a finirlo e a soddisfare tutti, mentre sul palco ci scaldiamo con Fosco17 che doveva venire ad aprire le danze in un luogo del genere, poi dalle bellissime terre Friulane via Milano arriva Delmoro, cantautore maturo elegante e con uno stile pazzesco: mettersi lì di Domenica mattina e fare una Domenica bestiale di Concato secondo noi vale il prezzo del biglietto. Baseball Gregg invece è il paladino della scena underground Bolognese, l’artista che con il suo progetto musicale tutti dovrebbero conoscerlo. Chitarra, immaginari soft da spiaggia del nord e sassofono, un formula perfetta per l’orario e una resa impeccabile, apprezzata da tutti e in grado di giustificare persino la volontà del sole di uscire a tutti i costi con i suoi colori più accesi. A chiudere Sleap-e che ha un modo semplice di fare musica profonda, piena di sfumature e in grado di riportarci quieti come quando la tempesta smette di abbattersi nelle nostre giornate, nei nostri pensieri. Sul finire c’è ancora voglia di andare avanti, il sole ormai ha sancito che l’alba è finita, il freddo si è sciolto, i Benelli improvvisano, forse si potrebbe continuare ma siamo tutti stanchi anche se non c’è nessuno zombie.

Bottega con giardino

La discesa verso la città è qualcosa di agrodolce che ci fa tornare bambini. Un pò come le gite che i più fortunati facevano proprio di Domenica a metà mattinata però a un certo punto ti rompevi i coglioni. Ci sono ciclisti, podisti, persone che vogliono fare il brunch e soprattuto sta per iniziare la santa messa. Scendendo dai colli Bolognesi – già il famoso clichè dei colli Bolognesi – attraversando il quartiere Costa Saragozza e arrivando nel centro storico, ormai fortunatamente chiuso al traffico, ci rendiamo conto che di tutte le cose che abbiamo ascoltato e che magari progettiamo di fare in un futuro prossimo, il tempo sarà l’unico fattore che non potrà più essere riscattato da nessuno di noi. Ma il tempo è uno dei rari esempi di equità sociale e morale, non importa realmente – cosa fai – dove sei – chi sei – perchè lo fai – bensì per quanto lo fai. Per quanto ci ricorderemo di essere stati bambini? Per quanto abbiamo scelto di condividere la nostra vita con certe persone? Per quanto abbiamo bevuto? Per quanto tempo saremo considerati una generazione fragile e mediocre? Per quanto tempo insomma è durata questa discesa verso la città dopo una due giorni, che avrà sicuramente i suoi miglioramenti da fare, ma è stato davvero un piacere? E infine, per quanto tempo deve andare ancora avanti questo lungo e prolisso reportage che non metterà d’accordo nessuno e fortunatamente renderà tutti scontenti?

Baseball Gregg

Grazie a Nastro Azzurro, Estragon Club, Freakout Club, Bottega con giardino, BPM Concerti, gli artisti che hanno scelto di partecipare con i loro management, etichette discografiche e booking. Ci vediamo in giro, non si sa quando, ma speriamo che sia ancora per molto tempo. Ai nostri 10 anni con voi, stronzi.

IT NEW WAVE VOL.2

Siamo rimasti soli un’altra volta. Ogni volta, quando è Settembre e ormai fa buio presto. Nel nostro selvaggio e delicato umore, in questo lieve equilibrio, ci possiamo accompagnare, consolare, restare in piedi e respirare, però alla fine questo tempo arriva e ci farà perdere e quasi annegare. È autunno appunto, è il solito quadro autunnale che aspetti, perchè alla fine l’estate non ti è mai piaciuta, non ti sei mai divertito. È l’autunno anomalo, quello dove non puoi nemmeno stare dentro ma sperare che fuori la meteorologia sia clemente; è tutto atipico, persino la solitudine di nuovo e ancora. Perchè è arrivato l’autunno, l’autunno anomalo, poi ci sarà l’inverno e l’unica disperata richiesta sarà quella di passare questa stupida solitudine. Sarà un percorso lungo, che suonerà così, perchè qualche tempo fa abbiamo scelto di farlo in questo modo e almeno il movimento non è mai fermo e noi, nel nostro silenzio almeno possiamo muoverci.


 

††MEGADROP†† – si respira su bandcamp

Come sempre di Venerdì le nuove uscite discografiche e le mega playlist da scalare per raggiungere il successo degli stream. Vabbè ok, stronzate. Qui invece, dopo una ricerca ossessiva siamo tornati al 2010 – come facciamo da qualche mese – e quindi siamo volati a provare la nuova user experience di bandcamp che resta tutt’ora la piattaforma preferita dai progetti musicali perché permette sia di vendere musica e merchandising direttamente al fruitore, ma soprattutto detiene una fortissima cerchia di appassionati e addetti ai lavori, attenti a sostenere gli artisti veramente indipendenti e i movimenti culturali creati dal basso. Se su SoundCloud – come abbiamo studiato con il primo approfondimento di ††MEGADROP†† – vale più o meno tutto a livello di pubblicazione, qui invece il livello qualitativo si alza decisamente e la newsletter settimanale pubblicata dal portale stesso lo testimonia. Noi abbiamo deciso di raccogliere un pò di materiale interessante rilasciato nell’ultimo periodo, made in Italy ma non solo, notando che anche Gianni Agnelli dalla sua camera ha fatto la sua personalissima wishlist sul portale (funzione veramente ok).


Qui dentro troverete un progetto veramente interessato realizzato da Museek x il Moninga Festival che ci porta in un altro/alto spazio sonoro, qualche nuovo meraviglioso progetto della triade – WWNBB – To Lose La Track – V4V (che pezzone) e poi ambiziosi sentieri. musicali con Il quadro di Troisi di cui siamo già innamorati, il nostro amico Stèv che speriamo di vedere presto a lavorare per il cinema di alto livello e molto altro. Rap, post soul, elettronica e persino dei cantautori Italiani nuovi, crudi, reali, mica figurine. C’è un mondo qui che si muove, respira e soprattutto fa respirare, perchè ogni Venerdì ormai c’è una bulimia musicale che toglie ogni tipo d’entusiasmo. Mettete le cuffie, respirate anche voi su bandcamp.


††MEGADROP†† è un nuovo percorso che abbiamo creato con la naturale esigenza di condividere e ascoltare nuove proposte, la copertina è di @nonseguirminoncapisci, se avete voglia, proponeteci le vostre canzoni su info@michelem80.sg-host.com la pubblicazione è gratuita, non chiediamo soldi e non vendiamo un cazzo di niente. Fate voi, respirate un pò qui con noi.
EMO ITALIA VOL.2

Sono passati due anni dal volume 1 di questa playlist e anche il nuovo punk Italiano è cambiato aprendosi a nuovi orizzonti. Abbiamo scelto di raccontarlo con queste canzoni che, come al solito, faranno incazzare qualcuno, però abbiamo ritenuto potessero essere la sintesi perfetta dell’evoluzione di un sottosuolo musicale che continua a produrre quelle che alla fine dei conti, sono le vere colonne sonore delle nostre giornate lontane da tutto. Da Nord a Sud comprese le Isole, dalle chitarre quelle vere che lasciano presagire al benedetto “ritorno del rock”, al post hip hop, che grazie a un linguaggio sincero e senza sovrastrutture è in grado di penetrarti il cervello, fino a brani più catchy ma davvero puri, la nuova scena musicale emo ha avuto la sua rivoluzione. E per noi, suona circa così.

††MEGADROP††  – c’è vita oltre spotify

Limitarsi a credere che basti una piattaforma a fare ricerca oppure a discutere il valore e il risultato di un progetto artistico/musicale sarebbe un esercizio troppo semplice. Il modo di fruire la musica e non solo, nel corso di questi anni cambia di continuo, anche in piccoli meccanismi impercettibili, però una cosa deve restare chiara, il mezzo non è mai un fine, per questo abbiamo deciso di trovare, come sempre nuove idee da sentire, studiare e perché no, dare loro spazio. Su soundcloud negli ultimi anni si muove il sottosuolo musicale migliore, quello dove c’è ampia sperimentazione e dove alla fine gli artisti scelgono in maniera consapevole e non, di mettersi in gioco senza nessun tipo di ansia da playlist o da visualizzazione. Un meccanismo questo, che ha permesso alla stessa piattaforma di svilupparsi permettendo diverse funzionalità da un punto di vista tecnico oltre al semplice account gratuito dove in poche semplici mosse sei in grado di essere online con una tua canzone. In questo spazio libero e senza particolari influenze esterne abbiamo trovato una marea di progetti irresistibili nel corso del tempo e abbiamo deciso di mettere insieme queste 30 canzoni in una playlist che non ha nessun tipo di fine, bensì vuole essere l’anticipo di tutto quello che sentirete domani, però oggi.

Collettivo HMCF · ††MEGADROP††


 

††MEGADROP†† è un nuovo percorso che abbiamo creato con la naturale esigenza di condividere e ascoltare nuove proposte, la copertina è di @nonseguirminoncapisci, se avete voglia, proponeteci le vostre canzoni su info@michelem80.sg-host.com la pubblicazione è gratuita, non chiediamo soldi e non vendiamo un cazzo di niente. Fate voi, benvenuti all’inferno. 

Classe 2021 – guida cult in vista del futuro.

Questo genere di progetti ci affascina e in fondo la classe2020 è andata piuttosto bene quindi forse, tirando le somme, portiamo anche un pò di sano culo fortuna. Quest’anno rilanciamo con 35 nuove proposte, alcune sicuramente conosciute, altre solamente sentite nominare. Come sempre, seguiranno critiche, dibattiti e “manca questo” oppure “manca quell’altro” non vi preoccupate, non è una classifica, noi leggiamo, ascoltiamo, guardiamo e se mettessimo davvero d’accordo tutti, significherebbe che non abbiamo capito proprio un cazzo di tutto ciò.


Andreotti – Angelica – Ariete – Bautista – Benelli – Boriani – boyrebecca – Byenow – Corei – Ditonellapiaga – F4 – FREEZ – Gabriele Troisi – Germanò – Giallorenzo – Gigante – I Lara – I Tordi – Ibisco – Iside – Joe Elle – Laurino – Lefrasiincompiutedielena – M.E.R.L.O.T – Miglio – Milano Shangai – Nahaze – Nicolaj Serjotti – Nove – Pascucci – Post Nebbia – SPZ – Studio Murena – TOMMY DALI –  Vipra – Wemme Flow



Bautista – ne parlavamo tempo fa, questo progetto prende l’emo e ci aggiunge il raggaetton quindi vedete voi. Divide, perché ambizioso ma non per questo non va considerato anzi, ci vuole coraggio a intraprendere nuovi percorsi e chissà che non sia proprio il periodo giusto.

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Angelica – è il momento di fare il salto. A un certo punto é chiaro che i brani hanno subito la rivoluzione e lei vive per questa cosa e non per altre stronzate; credibile e con quell’anima fuori dagli schemi. Sarà un successo.

Ariete – grazie al cazzo direte. Lo sappiamo benissimo però è giusto premiare quella che ribalterà il sistema musicale Italiano al femminile. Lei c’è tutta, sa far tutto, ha successo, ne avrà ancor di più. Giustamente.

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Benelli – sanno stare sul palco in modo assolutamente credibile e hanno questo retrogusto rock molto puro che non possono perdere. C’è del caos, c’è del concetto di Rockstar ma poi pure altro, avanti tutta ragazzi e senza limiti.

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Laurino – pulito, squisito e inquadrato. Ancora c’è da meravigliarsi perché uno così non abbia fatto il salto date tutte le capacità in suo possesso. Forse serve dinamismo, però per noi già spacca.

Corei – lui si sottovaluta. Lo conosciamo e ci lavoriamo; il suo cloudy club legato al rap non è altro che un rap distopico perché appartiene a una vera e propria utopia. Unisce armonie, rime, old school e anche emo/trap, è difficile nonostante l’impatto, però ha un potenziale quasi unico. Lavoriamo, lavoriamo, è lunga ma ne varrà la pena.

Joe Elle – fresca senza troppe pretese o velleità di nessun genere, spontanea, mai eccessiva, catchy e anche divertente. Ogni tanto bisogna prendersi meno sul serio e fare le cose con lo spirito con cui devono essere fatte ovvero grazie a una sincera spensieratezza. Che poi alla fine il demonio interno è ovunque e lo sappiamo.

Ditonellapiaga – alla fine un nuovo modo di scrivere canzoni al femminile esiste, soprattutto grazie a questa produzione selvaggia e un pò malata. Uno dei progetti che ci ha dato più entusiasmo in vista del 2021.

Giallorenzo – il punk fighetto come piace dire a noi. Un po’ colto, un po’ pulito però credibile, perché i riferimenti sono giusti e il loro talento non è mai in discussione. Restano a un passo dal successo, meglio così per loro, ci vorranno le spalle larghe e devono tenersi pronti.

Post Nebbia – paladini del buon gusto, giovani, precisi e squisiti. Sono il nome del futuro, quello su cui non c’è alcun dubbio perché lo stile batte addirittura le loro capacità; attenzione però oltre la forma c’è gran contenuto, per questo sono speciali.

I Tordi – facciamo coming out, noi vorremmo lavorare con loro. Spaccano, c’è del genio che arriva dal futuro nella loro musica con questa finta ingenuità capace di renderli consapevoli; vengono da un altro pianeta, fidatevi.

M.E.R.L.O.T – è il maggiore indiziato a diventare il trend topic dei gruppi facebook dove il chiacchiericcio genere il famoso hype. È sincero in quello che fa, senza pochi fronzoli o strategie alle spalle, per questo lo stanno premiando tutti.

Studio Murena – un jazz hip hop di grande qualità. Solitamente questi progetti risultano ambiziosi e spesso scontati, eppure sarà la scrittura, sarà lo stile che si muove negli arrangiamenti o semplicemente l’idea che sembra tutto così naturale ma questi sembrano davvero originali e preparati. Super.

Wemme Flow – energico e positivo. Che poi lui dirà di no, ma finalmente qualcuno che fa hip hop su certi suoni e non sembra così in presa male. Potrebbe diventare una pop star, sicuramente il suo futuro è già scritto.

Nicolaj Serjotti – nel sottosuolo si muovono artisti che hanno una forte integrità nel fare musica e lo si sente quando scrivono le proprie cose. Lui è davvero unico per certi versi, vogliamo proprio vedere dove potrà andare con tutto questo talento.

Iside – sono molto raffinati ma nascondono una giungla interiore, per noi valgono già così però c’è qualcos’altro da scoprire e anche loro lo sanno. Bravi, benissimo, bis.

Ibisco – finalmente qualcuno che prende una città e racconta perfettamente la sua provincia, o meglio la sua zona industriale, quella lontanissima dai salotti buoni del centro cittadino, quella dove fa un gran silenzio la notte mentre di giorno si lavora. Insomma, un cantautore post industriale, in Italiano ma che profuma tanto di grande provincia Inglese. Bellissimo.

Gabriele Troisi – lui ha questa voce qui, può sembrare figlio del mondo hip hop e lontano dai cantautori eppure profuma di musica Italiana e nazional popolare, il che non è mica una cosa negativa, soprattutto se scritta e interpretata con questo dono qui.

Lefrasiincompiutedielena – di lui è il dolore che si percepisce da quello che scrive. Che sia reale o effimero non è importante, sa perfettamente come trasmetterlo, per questo andrebbe custodito preziosamente.

Pascucci – fa musica pop però è una quota necessaria in questa classe, anche perché lo fa molto bene e senza nascondersi dietro ad altre etichette di genere. Musica pop, fatta bene, c’è un filo di soul che non guasta e lui sembra funzionare meravigliosamente.

Boriani – bisogna ancora inquadrarlo però ci sono tutte le caratteristiche per sfondare il muro e prendersi un posto dove in molti di più lo ascolteranno. Autentico, ci piace un bel pò ora però bisogna capire, chi sei?

F4 – è già il disco più bello del 2020 però noi siamo la sua curva ufficiale perché è riuscito davvero a fare la cosa più originale e sincera partorita da molto tempo a questa parte. Non c’è niente da dire, noi siamo la curva, ora dovete fare i capi ultras.

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Germanò – ritenere Alex l’autore e artista più sottovalutato in Italia penso sia lecito. Ha fatto due dischi bellissimi, viene da un percorso di un certo tipo e siamo convinti che quando riuscirà ad arrivare al pubblico più generalista, avremo una nuova star. E noi speriamo accada presto, molto presto.

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Gigante – il suo progetto è molto semplice: grandissimo gusto e una forte identità musicale. Per noi, ma soprattutto per tutti, un bravissimo autore e sicuramente uno dei prossimi artisti da puntare per il salto nel grande pubblico. Bravo, bravo e ancora bravo.

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NOVE – vorrebbe essere punk, in realtà è una delle migliori voci che ci sono in Italia e alla fine, suona squisitamente pop senza una certa eleganza che non serve più a niente e nessuno. Avanti con la prossima.

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I Lara – sono figliocci del suono anni 80, però sanno cambiare e alla fine tutte le loro canzoni sono delle possibili hit quindi non resta che continuare la semina perché tanto, prima o poi, qualcosa deve succedere per forza.

Byenow – contaminazioni che arrivano da un altro pianeta. Molto interessanti, scelte per nulla banali e assolutamente credibili in ciò che fanno. Vediamo se succede qualcosa, se lo meriterebbero.

SPZ – la psichedelia e l’animo dream pop, rendono questo percorso complicato e originale. Le idee sono ben chiare e l’obbiettivo è dietro l’angolo perché davvero c’è un bisogno disperato di questo coraggio musicale.

boyrebecca – la versione proveniente dal futuro di tutto ciò che sta funzionando ora. Questo è il tipico progetto che da un momento all’altro può esplodere e tu giustamente puoi fermarti e dire “lo sapevo”.

Vipra – il numero uno.

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Andreotti – sarà la nostalgia della prima Repubblica, sarà che alla fine per quanto comune e divo, questo nome un pò ti lascia perplesso però purtroppo lui non è l’ennesimo cantautore indie che scopa con spotify. Forse è un troll, però è bravo.

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Miglio – il punto è che qualcosa di puro c’è, lo senti e lo percepisci, manca la messa a fuoco ma mollare adesso sarebbe davvero stupido. Bisogna continuare a darci dentro, perché non si sa mai che la credibilità nasca proprio dalla costanza.

Milano Shangai – tanto mistero attorno a questo progetto per via del loro linguaggio miscelato alla musica che propongono. Le capacità di stupire ci sono, la visione non è assolutamente un problema, la curiosità su dove possono arrivare è tanta.

Nahaze – delicata ma con una grande forza interiore. La personalità con cui si è presentata fuori dalla sua cameretta ci fa capire che abbiamo trovato finalmente una performer internazionale, staremo a vedere ma ci divertiremo.

FREEZ – le band giovani che suonano bene. Meglio di così, cosa volete dire? Un pò ci energia, un pò di palle in questo mondo di debosciati e figli degli aperitivi un pò gnegnegne. Per un mondo migliore, speriamo nel loro successo.

TOMMY DALI – finalmente qualcuno che propone rhythm and blues senza torturare i coglioni e sembrare la stessa perenne canzone, lui è proprio forte. Ma sul serio e ha una fame che riusciamo a sentire anche da qui.


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