Non è necessario farsi pagare per pubblicare dischi, vendere servizi di ufficio stampa fittizi, dare posizioni e piazzamenti in playlist a botte di ricariche PayPal e stringere mani nei peggiori bar della città dove l’industria musicale vive (ovvero Milano). No dai, non è necessario tutto questo. C’è del movimento invisibile, che però fa grande rumore e nell’epoca del tracollo nella corsa ai numeri, ai risultati e ai fottuti responsi, ci sembra il minimo non solo smettere di parlare male del prossimo in questo settore, ma far vedere chi coltiva determinati contenuti dal basso, senza bandi necessari per sopravvivere grazie a corsi di formazioni inventati con professionisti del settore che se la raccontano su quanto sono stati bravi negli ultimi anni. Le cose accadono fuori, per strada, nei bar più terrificanti di provincia e nei club dove l’ingresso non ti costa per forza 9 birre medie. Poi c’è tutto un gioco del self-made che torna alla carica, come negli anni 10, come i tempi dove non esistevano i social network e contarsi era veramente impossibile. O meglio contarsi, serviva solamente per conoscersi e quindi, giudicate voi la differenza.
Rapida carrellata di realtà indipendenti che muovono cose all’interno di città, passando anche per il gustoso internet, magari lontani dalle classifiche, ma sicuramente da scoprire. Oltre il buio a un certo punto c’è una luce, non spegnetela, andate a sostenere. Conviene a tutti. Fidatevi.
Sulla carta digitale c’è scritto Pordenone, quindi per noi sono Friulani. Già così si potrebbero scrivere libri sul sottosuolo musicale della zona e dare a questa famiglia indipendente il premio come discografici all’avanguardia, però prima dei premi e lontano da una vagonata di cazzate sulla musica nell’era di internet andatevi ad ascoltare le loro produzioni e seguiteli. Se non consigliate questo disco e questa realtà ai vostri amici siete proprio degli stronzi.
E meno male c’è chi perde insieme senza portar via il pallone. Loro seguono la produzione artistica dei loro progetti a 360 gradi e sostengono progetti veramente nascosti che diventano piccole perle senza tempo.
Un po’ sottoterra ma ormai sopra a tutti gli altri. Il Veneto è sempre stato un punto di riferimento del movimento musicale degli ultimi 15 anni. Si sono sviluppate realtà che hanno portato contenuti di un certo tipo. Dischi Sotterraneiha scavato, osservato, promosso e contribuito a rendere questo paese un posto leggermente meno di merda.
Non solo eventi. Non solo musica. Non solo moda. Non solo un sacco di cose, ma tutte queste cose. Legami e connessioni fra spazi, installazioni, artisti, questa è la missione di questo collettivo di Firenze, che ha nella ricerca la sua caratteristica principale e nel poter dare tutti gli strumenti alle sottoculture per prendere consapevolezza, l’obbiettivo finale.
Probabilmente il collettivo più interdisciplinare che sta sfornando la nazione Italia negli ultimi anni. Sono 6, fanno così tante cose che risulta complicato spiegarlo. Però non stanno mai fermi, approfittano di tutto ciò che si muove attorno a loro e riescono a dare uno sguardo di sintesi senza essere mai banali o semplici. Includono, sfornano, provano. Vai subito a conoscerli, cliccando ovunque.
Non solo uno spazio mentale ma anche fisico. Ci piace chiamarlo hub di ricerca anche se disprezziamo i termini Inglesi scritti a caso. Prendono le loro origini e ci costruiscono estetica, musica e connessioni. Sono indispensabili come paladini dell’importanza della coerenza nelle visioni artistiche.
Fare le cose fatte bene a Milano è questo il significato di questo groviglio di professionisti che hanno messo insieme contenuti, idee e format per lanciare nuovi artisti nel panorama musicale. Raccoglieranno sicuramente frutti, speriamo.
Fanno musica insieme, sviluppano idee e sono anni che non si fermano mai. Non riescono mai a risultare scontati e/o a cambiare a seconda del tempo. Hanno una loro wave, seguono una loro wave. Sono una wave. Instancabili.
Sardegna chiama, Sassari risponde. E Risponde Løggia IV, collettivo, etichetta, gruppo di persone, uomini promozione. Dischi belli e intriganti, suonati e promossi con la filosofia DIY.
Attraverso i luoghi e le strutture, riscoprire la musica come esperienza non da usare e gettare. Eventi che hanno un valore nella ricerca e nell’esplosione degli spazi attraverso programmazione, luci e ombre. Il tutto nella Romagna, laddove non ci sono solo spiagge e ombrelloni.
Producono musica, idee, arte e quelle cose lì. Però hanno un grande pregio, arrivano talmente prima sulle cose che a un certo punto può sembrare che siano fuori da ogni schema, in realtà sanno perfettamente quale sarà il nostro prossimo fottuto schema mentale nel vedere il mondo. Non riescono a tradire loro stessi nemmeno quando spariscono nei meandri del loro cervello. Prova a cercarli.
Però piano piano ci vanno vicino a tutto e portano spesso il meglio che puoi trovare in Italia per la musica dal vivo sotto al ponte di Stalingrado (ma non sempre). Poi fanno tante cose, però se passate nella città di Bologna e non vi fermate a sentire la musica di domani allora state leggendo per sbaglio questa raccolta.
Bellissimo progetto (ci piacerebbe dire necessario) che oltre ad avere una dimensione dal vivo come dj e producer, racconta la club culture tramite fanzine e informazione. Troppo spesso il settore ha mancato di realtà come questa che non limitano il proprio lavoro all’aggregazione ma cercando di lanciare messaggi da portare oltre l’evento. Una sorta di club sempre aperto, 24/7 per informarsi e informare.
Se non sei mai stato a Palermo prenota un weekend per andare alle loro serate. C’è l’elettronica d’avanguardia ma non solo, semplicemente una vetrina musicale internazionale a 360 gradi in una delle città più belle del mondo. Vale la pena, perdersi almeno per una notte in queste serate.
Immaginare un altro tipo di linguaggio musicale è possibile, soprattutto seguendo la loro filosofia in cui l’istinto la fa da padrone. Etichetta discografica selvaggia e festa senza un finale. Ma poi c’è molto altro da dire e scoprire, però bisogna andare a viverlo di persona altrimenti non vale.
Etichetta discografica che ha scelto di mettere in musica il futuro. Vengono da svariate parti di questo splendido paese. C’è della Toscana, Livorno, c’è della Sicilia e poi probabilmente c’è molto altro ma non possiamo svelarlo perché non lo sappiamo e forse non è nemmeno importante.
Si può definire una serata ok. Si può definire una jam session ok. Si può definire soprattutto una vera e propria opera d’arte collettiva che ogni tanto accade. Ci sono artisti che si trovano ma non solo e una volta al mese puoi metterti alla prova con musica elettronica, relazioni umane e digitali grazie a tutti i nuovi strumenti tecnologici. Esperienza da segnare in calendario per forza.
Le cose belle non hanno la necessità di essere spiegate approfonditamente con una presentazione in pdf o con una sorta di articolo inchiesta. No, dai non frega a un cazzo a nessuno. Però parlare di quest’etichetta ci sembra doveroso perchè sforna veramente talento e viene da una mente diabolica quanto geniale. Sentire per credere.
Poche cazzate, poco hype. Anzi, la filosofia sta proprio nel fregarsene altamente di quest’ultima parola abusata da chiunque solo per darsi un tono. Comunicazione semplice, contenuti semplici, concetto semplice. Persone complesse però, connesse e in grado di creare sfumature, feste, canzoni, ma non colori. Lontano da queste cazzate, andate a seguirli.