Tra le cose più surreali di questi anni, che ci sono capitate e per cui siamo sinceramente tutti colpevoli, c’è questa tremenda immondizia delle playlist. Un progetto che viene definito per caratteristiche a seconda della playlist di riferimento. “Ciao sono uno che lavora nella musica e ti sto per dire che il tuo progetto è molto NOME PLAYLIST X” – “Ciao, sono uno che vuole farti fare carriera nella musica (povero illuso) e il tuo progetto potrebbe finire in NOME PLAYLIST” – corsi e sangue amarissimo per questa rincorsa. Produttori che fanno le chitarre come NOME PLAYLIST o le batterie come NOME PLAYLIST. Insomma, che tu possa lavorare ad altissimi livelli ed essere un grandissimo professionista o un semplice discografico indipendente che nella vita di tutti i giorni è Bruce Wayne al confronto di Batman, ci sei capitato in questi discorsi surreali. E forse sei stato consapevole e hai detto: beh, hanno ragione. Ecco, il vento per fortuna sta cambiando o almeno cambierà, noi oltre a fare una sana autocritica abbiamo scelto di rispondere a colpi di progetti Italiani (cioè nati o cresciuti in Italia) con la vista per l’estero o meglio, per il mondo. Una sorta di risposta come credo a tutti i discorsi da quattro soldi sul valore dell’identità artistica, troppe volte messa in discussione da parametri che non rispettano la realtà della civiltà che dovrebbe (usiamo il condizionale) circondarci. Quindi, anche e soprattutto per questo, adesso tuffatevi in questa mega raccolta e tirate fuori tutta l’energia del mondo per spingere qualche tasto di riproduzione. Magari ci darete ragione, magari no, magari ci consigliate qualcosa che non conosciamo.
Mantova come il territorio dove il demonio ha scelto di salire per lanciarci un messaggio. Questo progetto è l’assalto a tutti quelli che stanno dormendo al pomeriggio nei condominio borghesi del centro cittadino. Questo progetto non può essere nato in Italia o almeno, in Italia non deve più starci.
Seguiamo questa band da diverso tempo perchè sentiamo proprio l’odore delle loro origini. E nella loro musica ci sono tutti i chilometri macinati, furgoni, soundcheck, birre alla spina e così via. Immaginario ben definito per un psych rock ben contaminato.
Progetto che parla della terra Italiana, che si respira terra Italiana, che senti la Sardegna però che deve avere uno sguardo all’estero altrimenti vale solo a metà. Bluem sperimenta, si approccia, mette in colonna sonora mezzo mondo. E se non si capisce il valore di un progetto del genere con vista al pianeta infinito significa che non ci meritiamo più niente.
Musicisti che abbiamo dovuto cercare se fossero veramente Italiani. Disco da sentirsi in capo al mondo perchè ci sono una marea di sfumature e riferimenti armonici; professionisti esemplari con una marea di anima per come e cosa suonano. Splendidi.
Hanno la capacità di portarci in annate diverse dove suonare dal vivo era un valore imprescindibile. Non manca niente per riuscire a evadere da queste quattro mura.
EVEREST MAGMA
È solo un brivido. Una traccia, dura poco. Fa capire molto o forse poco. Non è importante.
Quanto ci piacciono a noi le cose fatte in casa così bene. Weirdpop che viene dal mare, weirdpop che non sembra nemmeno Italiano. Piacevole e gustoso, in attesa dell’estate con il suo tremendo sole.
Non è solo una questione di territori comunque. Loro sono di Venezia e questa Venezia non ve la potete nemmeno immaginare se ascoltate questa musica, però c’è anche il tempo; loro viaggiano sospesi nostalgici ed ecclesiastici a colpi di chitarre sfuocate e batterie sincopate. È un piacere buttarsi in questo luogo senza tempo, senza spazio con loro.
C’è una sorta di strana religiosità in tutto questo. È celestiale, casta, pura ma non semplice. Nasconde il demone distorto, in una continua lotta tra bene e male, tra il fare la cosa giusta e quella sbagliata. C’è un mondo qui dentro che va esplorato e dobbiamo solo aspettare come proporlo al proprio vicino di casa.
Se anche tu hai voglia di sentire come respira il tuo organismo quando provi una sorta di emozione, senza scomporti perchè sei abituato a somatizzare qualunque notizia, allora devi scoprire assolutamente questo progetto e poi immaginarlo fuori da questo paese.
C’è sporco e disturbo all’interno della loro musica. Non è una di quelle band nata nella retorica del liceo e nemmeno nel provincialissimo concetto da fuori sede che studia all’università. Sono dei ragazzi più o meno seri, più o meno bravi, più o meno amici. Dal vivo avvolgono e non distruggono, su disco invece ti portano in qualche posto pieno d’industrie e maltempo, poco lontano dal centro cittadino, vicino alla prima periferia per intenderci. Forse post punk, di sicuro rock anche se rock fa schifo da scrivere, ma con una vista internazionale che senti quando cerchi altrove. Hanno una strada in discesa, piena di disturbo, ma in discesa e noi aspettiamo il vinile dell’ultimo disco. Dal vivo, già, vanno visti dal vivo per forza.
Sono gli unici che se non apprezzi la loro musica o non la capisci a un certo punto, dopo non troppo va detto, inizi comunque a ballare. Sono espressione di libertà assoluta corporea e hanno una componente all’interno della stesura dei loro brani che non ti lascia mai indifferente. Sudore, anarchia e poesia, questo viene fuori dopo aver percorso chilometri nel ballare. Ne vale la pena davvero.
Se non si coglie l’essenza sintetica della musica forse si fa un esercizio ben poco sincero. Tribale, selvaggia, caotica, perchè continuare a essere tutti seri e impostati all’interno di questo mondo asettico?
Body music, qualcosa che non puoi rimanere fermo altrimenti godi solo a metà. Loro sono in grande rampa di lancio, silenziosamente anche perchè dentro c’è pure del made in Italy che non ti aspetti.
Che bello fare psych rock in Italia e che bello farlo a Padova. Atmosfere che riusciamo persino a respirare per questo disco talismano del genere da portare immediatamente in giro per il mondo.
Un altro mondo si può trovare e suonerebbe circa così, perchè dal vivo questo progetto puoi metterlo davanti a 10 persone come a 10.000 e non risulterebbe mai come un contorno anzi. Non sbagliano un colpo nelle produzioni e dal vivo non deludono mai, adesso bisogna attendere il contesto giusto dove inserirli così in Italia vengono da special guest ok?
Qui non siamo mica negli anni 10, anzi. Ci siamo sistemati e ritrovati più adulti per scrivere qualcosa che possa suonare così forte e pulito da coinvolgerti senza alcun pregiudizio.
C’è tutto un perfetto equilibrio caotico all’interno delle produzioni di questo progetto, che lo certifica come sicura innovazione nello scacchiere musicale Italiano e internazionale.
Talmente cool che forse non ci arriviamo qui, però se suonasse negli Stati Uniti in un posto da 200 persone diventerebbe subito cult. Diteci voi se si può essere così bravi a suonare in questo paese perchè ancora non abbiamo capito.
Progetto eclettico perchè sa farti vivere diverse sensazioni. Produzioni d’assalto, poesie, sfumature che ti portano nei meandri più oscuri del proprio cervello. Questo è universale, non può avere barriere territoriali.