Fatto in casa

11 Giugno 2020,   By ,   0 Comments

In questi due mesi abbiamo deciso di tornare alle origini. Siamo nati nel 2010 quando la musica ancora viveva di poche e semplici sovrastrutture, al tempo, ci divertivamo a creare della compilation su bandcamp con un sacco di artisti che conoscevamo e apprezzavamo. Tu entravi, scaricavi il tutto sul tuo computer e ti ascoltavi una selezione di brani emergenti; quello era il nostro modo per spacciare musica, in totale legalità e con la massima collaborazione da parte di piccole realtà che si muovevano nell’epoca post myspace nel mare d’internet e dei social network ancora per noi entità sconosciuta. Volevamo ricominciare da lì, con quest’idea editoriale che vede la partecipazione di 26 progetti musicali, con illustrazioni, racconti, una fanzine, che tempo fa avevamo stampato per davvero ma che questa volta potete vedervi in 9:16 e infine una playlist, con il meglio di tutto ciò che è uscito in questo periodo sospeso.


Qui dentro troverete contributi tratti da trasmissione radiofoniche, dirette su YouTube, Instagram, Facebook, Twich ma non solo, anche cover realizzate in casa per questo progetto o addirittura inediti o grandi rarità racchiuse nel hard disk di questi artisti, che per la maggior parte dei casi sono amici e che ci hanno aiutato nel realizzare questa bellissima compilation fatta in casa, negli ultimi mesi.

RETRO

Ringraziamenti doverosi per tutti coloro che hanno partecipato vanno a:

42 Records • Alessandro Panzeri con cui ci sentivamo sempre ogni giorno dopo le 23.00 • Astarte Agency  • BPM Concerti • Costello’s • Covo Club • Dischi Sotteranei • Fonoprint • Futura Dischi • INRI • Michele Novak detto il pornoattore • Nufrabic Records • Pietro Giolito detto PIOTR per il wetransfer • RC Waves • Simone Castello • To Lose La Track • Totally Imported • Trident Music • Vittorio Lauri che per noi somiglia a Tommaso Paradiso


Difficile trovare band giovanissime e così preparate, quasi impossibile. Finalmente qualcuno che sa suonare davvero e ha gusto per la scelta musicale; il progetto è ambizioso, questa cover pure, il risultato assolutamente soddisfacente.

Il mondo alternative ha spesso bisogno di supereroi e loro hanno tutte le carte in regola per esserlo, attenzione però, come dice Batman, “o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”. Le possibilità attorno a questo progetto musicale sono così tante, che devono semplicemente scegliere cosa fare da grandi. The next big thing.

Un brano privo di ritornelli, capace di entrarti nella testa come un martello. Se questa canzone fosse stata fatta dai Gorillaz sarebbe divenuta una ballad post bellica perfetta per una rivoluzione gentile. Sublime.

I nuovi cantautori sono tutti uguali tranne lui, capace di leggere con malinconia il mondo che lo circonda. Non si prende sul serio anche se in realtà siamo convinto che in gioco ci sia molto di più. Ok basta, adesso balliamo.

Uno dei pochi dischi veramente belli usciti nel 2020 è il suo. Le sue idee nella semplicità di questa cover, è probabilmente il progetto musicale più originale e ambizioso ma pur sempre onesto che abbiamo avuto il piacere di conoscere negli ultimi tempi. Meraviglioso.

Nella versione realizzata negli studi Fonoprint di questa canzone c’è tutto il lato più ludico e spensierato di Nostromo, cantautore con i tatuaggi, ma con lo sguardo maturo e in grado d’ipnotizzarti con la voce. Ritmata, delicato e quasi fanciullesco nel suo modo di cantare dal vivo. Mozzafiato a ritmo di samba.

Riuscire a dare una chiave ulteriore al brano di Fabri Fibra sembrava quasi impossibile, eppure la voce e l’anima sintetico/digitale/emotiva dei Costiera emerge in questa versione registrata in mezza giornata da Francesco.

Questa versione live notturna ha la capacità di rendere giustizia alla canzone e all’artista. Dietro l’anima pop di Fosco17 c’è tutto un mondo fatto di ricerca e studio ma soprattutto la capacità di rendere piacevole qualunque canzone con grande semplicità.

La sfida di questa cover è vinta in partenza, per la scelta e il modo di farla sua. Ci sono gli Stati Uniti ma anche le metropoli Europee nel suo essere cantautore e questo lo rende uno dei migliori in circolazione.

Lo street pop è il genere anche da casa sua con un pieno di energia e quella malizia necessaria a rendere questo brano esplosivo anche se te lo ascolti dal divano.

Ha la grande forza di risultare originale pur facendo canzoni che possono essere catalogabili in tante sfumature di genere; è una questione di approccio e anche di scrittura, libera da ogni sovrastruttura.

Prendi un cantautore e mettilo nel mondo trap, dove ci sono melodie e parole potentissime; potrebbe sembrare una sfida difficile, eppure è questa la zona di confort di un ragazzo poco più che ventenne nella scena contemporanea. Concreto.

Questo brano viene da un profondo buio e cantato dal vivo, senza nessun mezzo tecnologico sembra ancora più vivo e le paure prendono una forma consistente. Umano e ricco.

Le band che si applicano e realizzano brani del genere dal vivo meritano la gratitudine eterna; sofisticati, retrò e particolarmente incisivi. Un nome molto interessante per il futuro prossimo.

La musica è prima di tutto condivisione e il talento si percepisce quando si è in grado di rendere cose semplici estremamente profonde e cose difficili banalmente facili. Questa è la formula necessaria per distinguersi e proseguire nei propri percorsi, diteci voi se tutto ciò non vi ha fatto riflettere.

L’esigenza comunicativa e lo sguardo sono la base per poter lavorare con le parole in musica; questo tipo d’operazione riesce perfettamente perché le produzioni sono fondamentali quando si tratta della seguente disciplina, ma lo spirito nel comunicare ha una marcia in più. È fortissimo.

Ancora bisogna chiarire come può un ragazzo di appena 20 anni riuscire a miscelare tutti questi suoni ma soprattutto queste epoche. Già perché nella sua musica ci sono le grandi star del jazz di un tempo, le attuali popstar e pure una vera e propria anima scura. In attesa di rivelarsi per le sue doti canore, questa è la musica dello spazio forse.

Il nostro Sufjan Stevens, che prende un grande tormentone e riesce a costruirci un castello solido, espressivo e armonico. Le chitarre danno l’armonia necessaria a rendere umano questo prodotto con quella delicatezza che non può lasciarti indifferente.

È il canto notturno della città che si spegne, sono i colori di una comunità che forse non dorme. È la voce intensa che racconta le storie. Scanzonato, malinconico, reale e con dei tratti pieni d’anima pura. Bello davvero.

Avere immagini pratiche in testa, perché uno degli esercizi più difficili è proprio questo: trovare parole semplici in grado di non lasciarti inerme. Lei ci riesce sul serio.

Il soul cerca sempre nuovi beniamini e la formula per il successo non è facile, eppure nella sua musica c’è la consapevolezza di un lavoro metodico e tutto un mondo che bisogna scoprire, però sentite come canta dal vivo, pare inciso su disco.

Mi piace molto il nome di questo cantautore anche perché rappresenta pienamente ciò che fa: è crudo, a tratti sparisce e per questo è davvero unico. Sofisticato e sincero, bravo.

Collettivo HMCF · Mivergogno – Bel Pomeriggio

In un certo senso è come se Flume decidesse di fare cover e ci mettesse una novella Jorja Smith a cantare anche l’elenco telefonico. Il risultato non lascia indifferenti.

Pogare in cameretta è il sogno di tutti soprattutto dopo questi due mesi, ci voleva un post punk come lui a prendere una band che fa tanto casino e metterla in camera senza fare la solita noiosa interpretazione acustica.

Metodico e romantico, proprio come una storia scritta da Dino Buzzati però fatta con la musica elettronica, le sensazioni, i suoni e quest’ambientazione fuori dal tempo che la rende unica.

 

Negli ultimi tempi c’è sempre questa rincorsa agli anni 90 soprattutto in Italia, qualcuno che non gli ha vissuti ma che ha sempre fatto la musica così però esiste da molti anni.

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Con essa ci sarà la nostra prima fanzine in 9:16 che invece racchiude tutte le immagini più significative per noi di questo periodo di forzata chiusura in casa; immagini che si sono ripetute dalla televisione ai social network, dai social network alla televisione, in maniera ossessiva e per cui abbiamo deciso semplicemente di riderci sopra pensando sia solamente una grandissima follia collettiva quella dell’informazione degli ultimi tempi. Un sogno, un’allucinazione, una follia, per molti sicuramente un incubo. Però volevamo ricordarcelo, anche perché vi promettiamo che non finirà come Lost dove moriremo tutti.

Beppe Sala ha scelto di rispondere con “Milano è una città aperta a tutte le culture” il risultato? Lockdown prolungato per tutti, tranne che per i cerbiatti rei di aver sempre “mantenuto il distanziamento sociale”. Diverso l’approccio di Vincenzo De Luca e delle foto che lo ritraevano vestito da macellaio in casa, intento forse ad ammazzare qualche dolce animale simile ai cerbiatti “qui da noi, i cerbiatti si fanno al forno, ma quale movida”. Seguiranno polemiche e denunce dagli ambientalisti.


Infine, una playlist con quello che abbiamo ascoltato in casa, soprattutto appena rilasciato in giro per il mondo. C’è il meglio del meglio ci dicono dai piani alti, noi avevamo il dovere di aggiungere questo ulteriore contenuto a questo progetto che vuole, come detto in precedenza, raccontare un gruppo di ragazzi e quello che hanno visto e sentito in questi 3 mesi restando a casa e non creando nessun tipo di problematica alla società. È stata dura, ma così suona meglio. Davvero.


Dedicato a un giorno brutto in cui a un certo punto non c’eri più, però non si è mai capito se ti fossi perso nell’umidità o non fossi proprio mai esistito. Spesso capita, spesso te lo chiedi. Poi a un certo punto passa e stai meglio. 

cover + illustrazione per la compilation a cura di @livialbanese

illustrazioni fanzine a cura di @nonseguirminoncapisci

playlist “ascoltata in casa” a cura di @fed.phtl 

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