Una delle cose che mi divertiva maggiormente era commentare le grandi manifestazione di massa, pubblicando post per fare incazzare tutti sui social network. Tipo Sanremo è sempre stato uno di quei momenti dell’anno, dove accrescere il mio piccolo orticello di seguaci digitali dopo aver scritto qualche battuta interessante, magari divertente, in grado di far ridere e riflettere allo stesso tempo. Un grande esercizio che ora però, non mi diverte più. A seguito delle polemiche sul vestito di una ragazza che era piuttosto scollata e parlava di privacy (non è importante cosa ti metti addosso quando parli di certe cose, basta che se ne parli mi hanno detto) ho letto tutte le analisi che vengono fatte attorno a un paio di tweet che vengono pubblicati in rete. Insomma, il tweet diventa una notizia ripresa dai giornalisti che purtroppo non sono spesso in grado di capire, come generare un contenuto interessante per questo magico mondo chiamato internet. Finito Sanremo, festeggiato uno che ha fatto una canzone simpatica, copiando chiunque ma ottenendo un buon risultato, mi sono ritrovato al centro di una polemica in cui la polizia è entrata dentro l’università di Bologna e ha deciso di aggredire alcuni studenti che protestavano perchè dentro all’università sono stati montati dei tornelli e quindi l’università si sta chiudendo e non è più un luogo aperto a tutti. Succede poi che questi studenti in realtà vengono definiti come una “minoranza” di tutti gli studenti universitari, quindi questi studenti si incazzano e pubblicano su internet la foto di chi ha detto questa cosa e alla fine arrivano i 99 posse (che hanno una discreta esposizione sui social network) e la persona segnalata viene minacciata da tanti utenti che non hanno un cazzo da fare nelle loro giornate. Poi sempre in maniera più leggera un noto canale televisivo (Real Time) genera una pubblicità con un vero e proprio errore grammaticale che tutti riprendono e poi si incazzano. Poi qualcuno fa l’intellettuale e sostiene che “è stato fatto volutamente per far parlare” e insomma, non è che si capisce molto bene, però un casino immenso. L’attualità va velocissimo, ci si ritrova a discutere online di come si stava nel 1977 e poi del vestito di quella ragazza a Sanremo. Gli influencer guadagnano un sacco di soldi per scrivere qualche stronzata ed è giusto così, solo che adesso stanno lavorando troppo e quindi vorrei chiedere loro se hanno bisogno di andare in ferie, magari possiamo trovare 10 persone in grado di sostituire le loro opinioni. Di fondo, la cosa che mi fa dire che internet ci ha reso persone decisamente peggiori, non è solamente vedere come la giustizia-fai-da-te parta anche da un branco di persone su qualche gruppo facebook, ma l’amarezza con cui spesso, leggi una persona sviluppare grandi teorie in rete per poi dal vivo non essere in grado di argomentare nulla evitando la polemica e non accettando l’idea che nella vita, quando ci si incontra è possibile anche discutere e non pensarla tutti allo stesso modo. Insomma, temo di non divertirmi più, purtroppo.