Tra le cose più surreali di questi anni, che ci sono capitate e per cui siamo sinceramente tutti colpevoli, c’è questa tremenda immondizia delle playlist. Un progetto che viene definito per caratteristiche a seconda della playlist di riferimento. “Ciao sono uno che lavora nella musica e ti sto per dire che il tuo progetto è molto NOME PLAYLIST X” – “Ciao, sono uno che vuole farti fare carriera nella musica (povero illuso) e il tuo progetto potrebbe finire in NOME PLAYLIST” – corsi e sangue amarissimo per questa rincorsa. Produttori che fanno le chitarre come NOME PLAYLIST o le batterie come NOME PLAYLIST. Insomma, che tu possa lavorare ad altissimi livelli ed essere un grandissimo professionista o un semplice discografico indipendente che nella vita di tutti i giorni è Bruce Wayne al confronto di Batman, ci sei capitato in questi discorsi surreali. E forse sei stato consapevole e hai detto: beh, hanno ragione. Ecco, il vento per fortuna sta cambiando o almeno cambierà, noi oltre a fare una sana autocritica abbiamo scelto di rispondere a colpi di progetti Italiani (cioè nati o cresciuti in Italia) con la vista per l’estero o meglio, per il mondo. Una sorta di risposta come credo a tutti i discorsi da quattro soldi sul valore dell’identità artistica, troppe volte messa in discussione da parametri che non rispettano la realtà della civiltà che dovrebbe (usiamo il condizionale) circondarci. Quindi, anche e soprattutto per questo, adesso tuffatevi in questa mega raccolta e tirate fuori tutta l’energia del mondo per spingere qualche tasto di riproduzione. Magari ci darete ragione, magari no, magari ci consigliate qualcosa che non conosciamo.
E alla fine venne il giorno. Questo è quel tipo di contenuto che resta lì nel mare d’internet e invecchierà benissimo. Lo farà perchè abbiamo indicizzato i nomi degli artisti così tra qualche tempo raccoglieremo i frutti dei miliardi di seguaci che avranno ai loro concerti e/o nelle loro attività digitali (magari diventeranno tutti potentissimi youtuber di candid camera o cose così). Di base, nelle ultime settimane avevamo letto che ci sarà una specie di algoritmo per trovare la nuova popstar, quindi sostanzialmente tutto il lavoro di ricerca e crescita di un progetto musicale non ha più senso d’esistere. Un buon modo questo, così come altre cose divertenti che accadono intorno a noi, per ribadire come sempre alcuni concetti chiari di chi fa questo lavoro o vive la musica con estrema trasparenza: i progetti non si esauriscono con le release e le playlist del Venerdì sera + non deve fregare un cazzo a nessuno dei numeri + lasciamo crescere i progetti in maniera organica + non comprate playlist per i vostri brani + non fatevi fregare da etichette discografiche o management che forniscono servizi (che non esistono). Insomma noi siamo fatti così, siamo nati stronzi e questo lavoro che andrebbe retribuito un sacco di soldi dalle multinazionali ve lo forniamo gratuitamente. Così tu che stai leggendo puoi mettere sotto contratto questi progetti indipendenti (o con realtà indipendenti) e fare l’offerta giusta, nel momento giusto. Magari in cambio ti chiediamo una condivisione, un grazie, un complimenti, un sticazzi. Ci piace il concetto di bootleg legato all’arte, forse, dopo questo regalo, torneremo a lavorarci sopra perchè potrebbe essere una via d’uscita dai problemi di questo sistema/mondo/mercato, chiamatelo come cazzo vi pare. Mettete le cuffie, buon ascolto.
ps: se cliccate sul nome andate subito su instagram così fate prima 🙂