Nel mare di cantautori, capaci di acchiapparti con quelle 3 frasi stonate e di trapper, a metà fra l’avanguardia e il bluff, durante il #calcuttaday di qualche giorno fa, è uscito il disco di Ketama126 che ho già avuto il piacere di osservare dal vivo qualche mese.
Non ero scettico, semplicemente non mi interessava manco ascoltarlo questo disco. Poi leggendo i soliti articoli con il titolo paraculo, oltre a essermi indisposto perchè il contenuto facesse cacare, ho preso coraggio e sono partito ad ascoltarlo. Di giorno, mentre fuori c’era il sole e quindi un gran caldo. A un certo punto sembrava quasi mi arrivassero gli schiaffi in faccia che non ho mai preso perchè dentro questa riproduzione digitale, non solo c’è un linguaggio e una produzione musicale contemporanea, ma una verità cosi semplice, per molti banale, ma diretta, senza stronzate e per questo piuttosto punk. Badilate di dolore e sincerità, come in quelle situazioni dove tutto va a rotoli e l’unica cosa da fare e prendersela con se stessi grazie all’impossibilità di reagire.
L’ aspetto su cui termino questo brevissimo e inutile scritto è una semplice domanda, perchè quando si parla o scrive di musica, troppe volte si termina le recensioni con quel senso assoluto che non serve a niente e dunque: sono meglio di come appaiono queste nuove star della musica post hip hop Italiana o semplicemente stiamo invecchiando e quindi pensiamo che certe cose possano essere dette solo all’interno di un certo abito? No perchè questo per me è il disco più romantico dell’anno. Per davvero.
se vuoi saperne di più.
now, send us an e-mail: info@michelem80.sg-host.com
BOLOGNA, 40100 VEZ.