La grande corsa al nuovo singolo. Le sponsorizzazioni del nuovo singolo. Le stories dove si ringrazia qualcuno perchè è appena uscito il nuovo singolo. Il Venerdì sera, le playlist, lo scrool nevrotico e i risultati. Risultati che non arrivano per questo nuovo singolo. E allora, esattamente 70 secondi dopo la pubblicazione del nuovo singolo bisogna pensare a un nuovo singolo. Ah, ogni tanto c’è anche il video che chiaramente non vedrà nessuno ma l’importante è avere un sito che lo pubblica in modo tale da fare una “premiere” copia incolla dall’ufficio stampa e senza lancio sui social network. Insomma, la grande corsa al nuovo singolo è in realtà una gigantesca cazzata da musica usa e getta. In questi mesi però sono usciti anche dei bellissimi dischi, qualcuno probabilmente lo conoscete già, altri vi mancano, sicuramente qualcosa manca anche a noi, però ci siamo appuntati delle cose che hanno un senso: fare dischi in Italia è necessario per combattere la bulimia del mercato, altrimenti i progetti indipendenti (ma non solo) vengono gettati nel cestino come queste parole.
E alla fine venne il giorno. Questo è quel tipo di contenuto che resta lì nel mare d’internet e invecchierà benissimo. Lo farà perchè abbiamo indicizzato i nomi degli artisti così tra qualche tempo raccoglieremo i frutti dei miliardi di seguaci che avranno ai loro concerti e/o nelle loro attività digitali (magari diventeranno tutti potentissimi youtuber di candid camera o cose così). Di base, nelle ultime settimane avevamo letto che ci sarà una specie di algoritmo per trovare la nuova popstar, quindi sostanzialmente tutto il lavoro di ricerca e crescita di un progetto musicale non ha più senso d’esistere. Un buon modo questo, così come altre cose divertenti che accadono intorno a noi, per ribadire come sempre alcuni concetti chiari di chi fa questo lavoro o vive la musica con estrema trasparenza: i progetti non si esauriscono con le release e le playlist del Venerdì sera + non deve fregare un cazzo a nessuno dei numeri + lasciamo crescere i progetti in maniera organica + non comprate playlist per i vostri brani + non fatevi fregare da etichette discografiche o management che forniscono servizi (che non esistono). Insomma noi siamo fatti così, siamo nati stronzi e questo lavoro che andrebbe retribuito un sacco di soldi dalle multinazionali ve lo forniamo gratuitamente. Così tu che stai leggendo puoi mettere sotto contratto questi progetti indipendenti (o con realtà indipendenti) e fare l’offerta giusta, nel momento giusto. Magari in cambio ti chiediamo una condivisione, un grazie, un complimenti, un sticazzi. Ci piace il concetto di bootleg legato all’arte, forse, dopo questo regalo, torneremo a lavorarci sopra perchè potrebbe essere una via d’uscita dai problemi di questo sistema/mondo/mercato, chiamatelo come cazzo vi pare. Mettete le cuffie, buon ascolto.
ps: se cliccate sul nome andate subito su instagram così fate prima 🙂