La grande corsa al nuovo singolo. Le sponsorizzazioni del nuovo singolo. Le stories dove si ringrazia qualcuno perchè è appena uscito il nuovo singolo. Il Venerdì sera, le playlist, lo scrool nevrotico e i risultati. Risultati che non arrivano per questo nuovo singolo. E allora, esattamente 70 secondi dopo la pubblicazione del nuovo singolo bisogna pensare a un nuovo singolo. Ah, ogni tanto c’è anche il video che chiaramente non vedrà nessuno ma l’importante è avere un sito che lo pubblica in modo tale da fare una “premiere” copia incolla dall’ufficio stampa e senza lancio sui social network. Insomma, la grande corsa al nuovo singolo è in realtà una gigantesca cazzata da musica usa e getta. In questi mesi però sono usciti anche dei bellissimi dischi, qualcuno probabilmente lo conoscete già, altri vi mancano, sicuramente qualcosa manca anche a noi, però ci siamo appuntati delle cose che hanno un senso: fare dischi in Italia è necessario per combattere la bulimia del mercato, altrimenti i progetti indipendenti (ma non solo) vengono gettati nel cestino come queste parole.
Sul tema dell’industria musicale e il sesso femminile si è detto tanto. Abbiamo visto dati, classifiche, opinioni, tentativi di dibattito e poche soluzioni. Perché il mercato difficilmente ha soluzioni e sicuramente bisogna cercare di affrontare la questione facendo qualche passo indietro. Noi siamo una realtà attiva nella ricerca, nello scovare con curiosità (e non sempre professionalità) qualcosa che si muove. Non importa il genere, non importa la scatola in cui chiuderlo e raccontarlo, importa solo che sia in movimento. Ci sarebbero molte cose da aggiungere su come viene percepito il sesso femminile nell’ambiente musicale, non solo a livello artistico ma soprattutto tra pubblico, operatori o semplicemente nei seguaci digitali. Si può sicuramente partire dalle idee malsane di un ambiente maschile molto simile a uno spogliatoio, che troppo spesso si arroga il diritto di trovare una soluzione, creando così, ancor di più un problema. Un precedente. Uomini che parlano con altri uomini su come migliorare la situazione femminile nell’industria musicale in Italia? Nulla di più spogliatoio del calcetto possa esistere. Noi facciamo l’unica cosa necessaria, ci mettiamo da parte e proviamo a demistificare il tutto, a fare ciò che sappiamo fare meglio e vedere se può essere utile girare lo sguardo su alcuni progetti femminili che meritano un giusto focus nel nostro paese. Non abbiamo scelto classifiche o playlist, siamo andati a ballare e ci siamo resi conto di tutta la potenzialità che viene dal sottosuolo e di quanto possa essere politico tutto ciò. Non ci sono copertine, non ci sono linee editoriali, strategie del cazzo. Si torna all’aspetto genuino e animale della questione.