Outer Festival 2020

Ci sono poche cose che mi piacciono come la provincia. Già, da cittadino egoista nato e vissuto in un centro storico, figlio del cemento e del capitalismo, andare fuori dai centri urbani è come cambiare completamente prospettiva del mondo. Ti ripetono fin da piccolo di viaggiare, viaggiare, viaggiare, viaggiare. Ce lo dicono, ce lo ripetono, lo sostengono e dopo un pò, se non viaggi troppo, ti senti anche in colpa. Prendere la macchina e uscire 20 km dal tuo centro abitato però ha il poter di riconciliarti con il concetto del viaggio molto più di prendere un aereo e attraversare il mondo. È freddo, siamo nel 2020 e tutti conosciamo la situazione in cui siamo; l’Outer Festival è una realtà come ce ne sono tantissime in Italia e come spesso accade nella situazione contemporanea rischiano di sparire o essere travolti definitivamente senza aver la possibilità di esistere più. Esserci è importante, farlo bene – tenendo conto di ogni dettaglio – è davvero qualcosa di complesso e speciale.

Outer Festival 2020

Panzano è una frazione di Castelfranco Emilia, secondo i dati in mio possesso e alla portata di tutti grazie ai motori di ricerca digitali, 145 anime abitano in questo territorio. A Panzano fa un gran freddo, c’è una trattoria sempre piena da qui ai prossimi mesi e puoi trovare il Castello Malvasia, che detiene al suo interno una delle collezioni di auto antiche fra le più importanti a livello mondiale. Per arrivare a Panzano devi passare per una strada molto stretta, molto buia, lunga circa 3.5km dove due macchine non possono passare. Però Panzano è bella, ci sono i cartelli per l’attraversamento dei cavalli, c’è molta terra – quella verace Emiliana – e silenzio. Lo dico spesso, qualcuno mi prende per il culo, quando passi da un luogo di potere, c’è sempre un grande silenzio. L’Outer Festival si svolge all’interno della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Panzano, stile architettonico Romanico, decorazioni ricche e fastose, poi chiaramente ci sono altri dettagli tecnici che non ho la posizione per spiegare, però la profondità che danno le luci rende questo spazio piuttosto ampio e in grado di dare respiro a tutti coloro che – tenendo il distanziamento eccetera eccetera – hanno avuto la fortuna di prenotare il proprio posto prima del sold-out annunciato in 24 ore. Le chiese di solito sono così, quando sei da solo ti stringono per il collo e ti fanno sentire continuamente in colpa, quando invece sono popolate senti semplicemente paura. Gli eventi culturali in chiesa solitamente mi danno molto fastidio, non mi fanno respirare però in questo caso, sarà Panzano, sarà l’atmosfera, si sta tranquilli. Come se non ci fosse niente di sacro ma una serie di sinergie profane in grado di far scendere l’alto a contatto con le sensazioni che ha ognuno di noi. Ma questo penso sia merito della provincia, della terra verace Emiliana, di Panzano.

Outer Festival 2020

La Line-up vede un dj set esterno di Billy Bogus che trovo assolutamente pertinente con l’atmosfera e clamorosamente di buon gusto; prosegue al suo interno con un live set di Daykoda molto colorato su scali cromatica grigia e versatile, intimo e quasi profondo. Ho apprezzato molto, lui è un pò che prosegue il suo percorso con produzioni degne di nota, davvero meritevole. A un certo punto fuori Ericailcane, noto artista? street artist? scultore? come diavolo bisogna definirlo senza che poi nessuno si incazzi? insomma, all’esterno dipingeva mentre all’interno le note di Giovanni Di Domenico accompagnavano. Oppure viceversa. Però era tutto molto coordinato, piacevole, diluito e in grado di sciogliersi, come se alla fine, nonostante la temperatura climatica, ci fosse un motivo chimico per scaldarsi sul serio. A chiudere il live di Gigi Masin, che completa a colpi di orgasmi femminili questa discesa del sacro alla portata di tutti, scelta giusta, nemmeno audace, piuttosto coerente ed azzeccata.

Ho smesso di credere che scrivendo un live report di un evento culturale si fosse in grado di restituire qualcosa alle persone che non hanno potuto partecipare. Non ci credo e forse all’epoca ero solito mettermi qui con la sola ambizione di avere qualche accredito per altri eventi, come d’altronde fanno in molti grazie alla scusa della “copertura stampa”.  L’atto politico, culturale e sociale, di andare avanti, nonostante la situazione e in un luogo come Panzano ci deve rendere tutti più consapevoli di una serie svariata di considerazioni, che suoneranno come un manifesto ma ho deciso di sintetizzarle così – almeno non siete tenuti a leggere tutto quello che ho scritto sopra 

  1. Outer Festival è una realtà necessaria, nel suo piccolo, per come produce le cose e per la cura che ci mette nel realizzarle;
  2. è fondamentale sostenere questo genere di eventi, soprattutto se non fanno parte del tuo centro urbano;
  3. la musica è un linguaggio che non unisce, spesso divide e questo è importantissimo. Certe cose piacciono, certe cose non piacciono, andarle a vedere è la chiave principale per mantenerle tutte vive;
  4. Panzano mi piace, forse ci vivrei, alla trattoria non trovo mai posto quindi ci ripenserò il prossimo anno;
  5. resistere significa esistere.

Di tutte queste banalità finali e considerazioni da discount però rimane la notte, la terra umida, quell’odore che senti nelle ossa e sullo sfondo, lentamente la nebbia che sale, ma questa è l’Emilia, verace appunto, un bel viaggio, ovunque tu possa capitare, qualunque sia la tua motivazione. Eravamo terra, torneremo terra però prima è sempre bello attraversarla. Panzano, ci vediamo prossimamente.

 


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